Alcune riflessioni sulla Mindfulness

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La pratica della meditazione ha ormai una storia millenaria, è stata di sostegno e guida per moltissime culture, tramandata con infiniti mezzi fino ai nostri giorni. Come ogni cosa viva, ha trovato il suo modo di evolversi ed adattarsi all’ambiente nel quale si è trovata. Come acqua, ha preso la forma di ogni contenitore che ha voluto raccoglierla. Si è lasciata mescolare con le culture locali, scorrendo attraverso molti diversi periodi storici, permeando tanti insegnamenti e tante tradizioni, eppure, proprio come l’acqua conserva l’essenza delle sue molecole in ogni suo stato, forma o miscela, così la pratica della meditazione è arrivata a noi, con vitalità e purezza. La meditazione è approdata sulle sponde dell’occidente prendendo la forma di una psicologia, raggiungendo forse prima i nostri laboratori che i nostri cuori. La grande mole di evidenza scientifiche a sostegno dell’efficacia della sua pratica, sia come trattamento clinico che come strumento di prevenzione primaria, ne fa ad oggi un argomento imprescindibile nella ricerca medica e psicologica. Già nei primi del ‘900, negli stessi anni in cui Freud a Vienna era alle prese con la pubblicazione de “L’interpretazione dei sogni”, ad Harvard lo psicologo William James, scorgendo tra gli uditori di una sua lezione un monaco buddhista si interruppe bruscamente: “Prenda il mio posto”, disse, “Lei è più preparato di me a insegnare psicologia. La vostra è la psicologia che tutti studieranno da qui a un quarto di secolo”.

Può darsi che la profezia di James sia stata un po’ audace nella stima dei tempi, ma  la ricerca scientifica, ad un secolo di distanza dalle sue parole, sembra volergli dare presto ragione.