COME UN LICHENO

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“Dunque, sostengono i naturalisti, la pulce ha pulci più piccole che la tormentano, e queste ne hanno di ancora più minute che le mordono; e così ad infinitum.” Jonathan Swift

Il significato del titolo di questa riflessione aperta non è una provocazione Non Sense, ma sicuramente un’innocua provocazione.
I versi del poco noto poeta irlandese (qualcuno lo ricorderà forse per “I viaggi di Gulliver”) invece bene si accostano alle miriadi di parabole disegnate dall’attività mentale, sia durante la pratica di meditazione che durante la giornata, anche quando potremmo permetterci di stare a riposo (persino dalla meditazione!).
 
Il meditare sta diventando negli ultimi anni una pratica più comune, ogni tecnica ha i suoi parametri di riferimento e questo a volte rende il campo aperto a svariate possibilità di interpretazione, determinando non pochi dubbi in chi si avvicina per la prima volta o in chi è in perenne ricerca della “tecnica migliore”. 
Come le pulci e l’infinitamente piccolo, il mondo umano è altamente creativo, e forse questa capacità creatrice del pensiero umano di tradursi anche in tecnica è rappresentativa dell’infinito  sostanziale di cui possiamo fare esperienza silenziosa. 
Per quel che mi è stato possibile osservare praticando, sono del parere che non esiste una tecnica migliore, bensì esiste la forza di volontà che impegniamo ogni volta che diamo a noi stessi la libertà di accomodarci seduti un buon quarto d’ora e stare lì con quel che c’è, fuori e dentro di noi.
Esiste certamente un impegno, per quanto gentile e sottile voglia essere.

Tra le tante sfumature possibili relate alla meditazione si possono mettere insieme aspetti comuni:l’istinto che richiama alla percezione, intensa, della vita vibrante all’interno del corpo; il respiro che innesca la possibilità stessa della vita fisica;la necessità psicologica di trovare quiete dagli stimoli continui con il mondo e che fanno terminare temporaneamente di avere una personalità famelica di sensi e pensieri e congetture.
Mi piace pensare alla meditazione come ad un momento in cui non ci siano grandi pretese, in cui semplicemente si lascia spazio alla vita di vivere impersonalmente il posto che le è stato dedicato in quel dato momento, che quella vita in quel particolare momento del tutto casuale possa essere rappresentata da un corpo e che quel corpo non sia vincolato da una forma in quanto non la cerca e non la desidera, tutt’al più la incarna temporaneamente. 
Riguardo alla coscienza che percepisce e modella l’esperienza della vita, coerentemente  con ciò, è sopita, in letargo, i sensi si ritirano dall’oggetto esterno e fanno sciopero con l’ideale antropologico di arrivare da qualche parte.
Proprio come un licheno.
Da qualche parte ho letto un’interessante analisi sul significato dell’esistenza dal punto di vista di un licheno. 
Un licheno ( per la verità ce ne sono migliaia di specie e non ancora del tutto note alla scienza quindi per comodità farò riferimento alla categoria licheno nel senso più ampio) non è particolarmente pretenzioso nel suo essere se stesso, non seleziona il posto dove vivere in modo da evolvere in meglio, non cerca nulla di particolarmente interessante se non un cantuccio ed oggi è stato anche scientificamente smentito che nasca esposto verso nord necessariamente. 
Dunque è un rappresentante molto interessante del concetto di vita, di esistenza, di Esserci che tante volte viene accostato al momento della pratica meditativa.

Il paragone al licheno non vuole sminuire il potenziale umano, non vuole azzerare quel gap evolutivo che indubbiamente c’è e tanto meno creare termini di confronto mortificanti. Piuttosto è un inno alla vita per se stessa.
A volte gli esseri umani dimenticano la bellezza della semplicità, anche durante la meditazione, osserviamo per ottenere ed essere in categorie finite, dimenticando di osservare per ritornare semplicemente ad Esserci, e Sorprenderci.

“La vita vuole esistere, non sempre ha grandi pretese, di tanto in tanto si estingue e, soprattutto, la vita continua. 
E spesso, continua in modi decisamente spettacolari.” Bill Bryson.

Buona vita a tutti!

Alessandra