I benefici clinici della mindfulness 1 – Riduzione dello stress e sintomi psicopatologici

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Una parte importante della ricerca sull’efficacia della meditazione è incentrata sui protocolli clinici per la riduzione dello stress basati sulla mindfulness (MBSR: Mindfulness Based Stress Reduction).

L’MBSR è un protocollo strutturato che nasce negli Stati Uniti verso al fine degli anni 70. Il protocollo, di natura non religiosa e non esoterica, si fonda su un utilizzo sistematico e progressivo della meditazione, tramite incontri di gruppo con cadenza settimanale  (per otto settimane, 2,5 ore per incontro) ed esercizi individuali quotidiani. L’MBSR è volto allo sviluppo di capacità attentive e metacognitive che possano aiutare nel riconoscere ed abbandonare processi di pensiero disfunzionali, generare maggiore controllo e accettazione dei propri stati interiori,

La letteratura scientifica sull’efficacia dei protocolli per la riduzione delle stress basati sulla mindfulness sembra ormai convergere nel sostenerne l’efficacia a breve e lungo termine. Ad esempio, uno studio recente ha comparato un gruppo di partecipanti ad un protocollo MBSR con un gruppo “di controllo” per quanto riguarda misurazioni di tratti depressivi, ansiosi e psicopatologici. Gli studiosi hanno anche misurato l’attività cerebrale dei partecipanti (tramite “risonanaza magnetica funzionale” fMRI) dopo che questi avevano guardato alcuni film di contenuto triste. I partecipanti all’MBSR, comparati al gruppo di controllo, mostravano significative riduzioni nelle misure di depressione ansia e stress. Inoltre, all’esame dell’attività cerebrale, mostravano minore reattività e, rispetto alle stesse misurazioni fatte loro prima di iniziare il programma di meditazione, una differente attivazione neurale. A parità di tristezza riferita dopo la visone dei film, i soggetti che avevano partecipato al training di mindfulness mostravano infatti di attivare aree cerebrali diverse, coinvolgendo in misura minore le aree che in genere si attivano in riferimento ai vissuti del sè idividuale e maggiorente aree cerebrali coinvolte con le sensazioni somatiche e viscerali. In un certo senso, lo studio mostra come i soggetti del gruppo di mindfulness elaborassero in maniera meno personale la propria tristezza, vivendola maggiormente come un’esperienza corporea. Di fatto, i soggetti che mostravano una maggiore attivazione delle aree viscerali e somatiche, riportavano anche minori sintomi depressivi.


per approfondire:
Farb, N., Segal, Z., Mayberg, H., Bean, J., McKeon, D., Fatima, Z., et al. (2007). Attending to the present: mindfulness meditation reveals distinct neural modes of self-reference. Social Cognitive and Affective Neuroscience, 2(4), 313.

Farb, N. A. S., Anderson, A. K., Mayberg, H., Bean, J., McKeon, D., & Segal, Z. V. (2010a). Minding one’s emotions: Mindfulness training alters the neural expression of sadness. Emotion, 10(1), 25.

Farb, N. A. S., Anderson, A. K., Mayberg, H., Bean, J., McKeon, D., & Segal, Z. V. (2010b). Minding one’s emotions: Mindfulness training alters the neural expression of sadness. Emotion, 10(1), 25.